Parco Urbano Intercomunale boschi, sorgenti e geositi della Baronia Comune di Carife Comune di Vallata Comune di Trevico Comune di Castel Baronia Comune di San Nicola Baronia Comune di Vallesaccarda Comune di Flumeri Comune di Scampitella Comune di San Sossio Baronia Comune di Zungoli Comune di Villanova del Battista Tavola tematica - Parco urbano intercomunale boschi, sorgenti e geositi della Baronia

La Baronia, luogo intriso di arte, cultura
e di bellissimi paesaggi.

Il Paesaggio della Baronia

immagine paesaggio della baronia

La Baronia è una zona dell'Irpinia, omogenea dal punto di vista geografico, ambientale, sociale, culturale e delle esigenze infrastrutturali, compresa tra il corso del fiume Ufita ed i torrenti Calaggio e Fiumarella; vi fanno parte i Comuni di Carife, Castel Baronia, Flumeri, San Nicola Baronia, San Sossio Baronia, Scampitella, Trevico, Vallata, Vallesaccarda, Villanova del Battista e Zungoli.


I boschi della montagna di Trevico

immagine Boschi della montagna di Trevico

Il territorio, collocato a est della Provincia di Avellino a confine con la Regione Puglia, si presenta come un insieme di colline e di piccole montagne di corrugamento, con un'orografia collinare, con quote che si sviluppano tra i 300 ed i 1.100 m s.l.m. e con superfici caratterizzate da pendenze medio/forti che ne connotano la morfologia. Si tratta, in effetti, di un complesso collinare ben delimitato fisicamente sul perimetro dalla Valle dell'Ufita a sud e del Calaggio a nord, su cui emerge il centro di Trevico che, posto su una cresta a 1.100 m.s.l.m. detiene il primato del centro abitato più alto della Regione Campania. La peculiarità del paesaggio è rappresentata dalla massiccia presenza di aree boschive e dalla fitta presenza di sorgenti d'acqua che rendono il territorio fonte di approvvigionamento degli acquedotti di diversi Comuni e solcato da corsi d'acqua di piccola e media portata. La ricchezza d'acqua e di selvaggina ha fatto sì che la Baronia, fin dall'antichità fosse considerata come punto di passaggio e per la sosta di importanti e nodali assi viari tra il Tirreno e l'Adriatico, il Nord e il Sud della dorsale appenninica, dapprima, di direttrici naturali della transumanza dei greggi, infine, di vie consolari romane definitivamente assurte al rango di strade con il passare dei secoli.

Cartografia storica dell'area della Baronia

immagine Cartografia storica dell'area della Baronia

Il territorio in oggetto si presenta quindi ricco di luoghi di interesse naturalistico-ambientali ad alto pregio ecologico con un cospicuo patrimonio storico-architettonico; al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile della Zona di Protezione Speciale, bisogna intendere questo patrimonio come una risorsa del territorio e non come un vincolo. Tale distinzione non vuole essere una dicotomia tra valori opposti ma una specificazione rispetto a due diverse modalità di "tutelare" i beni naturali e/o artificiali. L'accezione di risorsa è molto ampia: essa racchiude in sé il valore intrinseco del territorio e delle sue potenzialità di sviluppo; essa rappresenta, tutti quei beni di natura ambientale, paesaggistica, storico-culturale che abbiano un "valore" riconosciuto sia dal punto di vista normativo che percettivo – identitario. Per vincoli devono invece essere intesi tutti quegli elementi di natura fisica che generano una fascia di rispetto, finalizzata alla salvaguardia dell'elemento e degli effetti di rischio che esso può generare.


Necropoli sannitica dell'Addolorata di Carife

immagine necropoli sannitica dell'addolorata di Carife

La favorevole conformazione orografica (presenza di numerosi corsi d'acqua, buona esposizione dei terreni agricoli, pendenze non molto forti e l'importante panoramicità della Montagna di Trevico) ha, sin dall'età preistorica, favorito l'insediamento umano nella Baronia. A dimostrazione di ciò, vi sono i numerosi ritrovamenti archeologici fatti su tutto il territorio, i cui reperti più antichi, risalenti al tardo neolitico, sono stati rinvenuti in località Aia di Cappitella a Carife, dove sono venute alla luce strutture di combustione che presentano notevoli affinità con altri rinvenimenti fatti in Abruzzo e in Francia. Altre testimonianze, soprattutto di epoca romana, sono presenti anche in località Mattine, Civita, Monte Mauro e Taverna delle Noci a Vallesaccarda e in località Fioccaglia a Flumeri. I ritrovamenti più importanti risalgono al periodo sannitico e il fiore all'occhiello è costituito dalla necropoli dell'Addolorata di Carife risalente al IV-III sec. A.C.

In ogni Comune si riscontra la presenza di beni monumentali di notevole rilievo, di seguito si riporta una breve descrizione di
alcuni di essi.

Palazzo Marchesale di Carife

immagine Palazzo Marchesale di Carife

Il Palazzo Marchesale di Carife, ricostruito dopo il fortissimo terremo del 1732, è caratterizzato da un cortile interno in cui si accede tramite un imponente portale e da un giardino esterno di uso pubblico che da pochi anni è stato oggetto di un intervento di riqualificazione da parte dell'ente comunale.



Santuario Madonna delle Fratte e Casa natale di
Pasquale S. Mancini a Castel Baronia

immagine Santuario Madonna delle Fratte e Casa natale di Pasquale S. Mancini a Castel Baronia

La Chiesa di SS. Maria delle Fratte, intorno alla quale si è formato il borgo di Castel Baronia, è in stile gotico ed è costituita da una navata con due cappelle laterali. Il campanile attuale fu riedificato, in seguito al terremoto del 1930, nel 1936, mentre l'altare maggiore, del XVIII secolo, come tutte le Chiese della zona, è caratterizzato da marmi policromi. Nella stessa piazza del santuario, sorge anche il Palazzo delle Famiglia Mancini che fu casa natale dell'illustre Pasquale Stanislao Mancini. La struttura è stata ristrutturata da poco e oggi ospita gli uffici comunali.

Dogana Aragonese di Flumeri.

immagine Dogana Aragonese di Flumeri

In località Tre Torri nel Comune di Flumeri, si trova un complesso noto come "Dogana aragonese" o anche "Palazzo della Bufata". Realizzato per conto di Federico d'Aragona nel 1479, come si ricava dallo stemma araldico presente sul lato est della struttura, utilizzando anche elementi archeologici, ebbe originariamente una destinazione residenziale. Infatti, funse in principio da antica residenza di caccia dei regnanti partenopei, quando effettuavano la caccia nella vicina Bufata (donde il nome alternativo della struttura). Successivamente, svolse la funzione di dogana delle pecore, luogo di sosta durante la transumanza dalla Campania all'Abruzzo verso la Puglia e viceversa. Il complesso monumentale è stato ristrutturato da poco ed oggi è sede di importanti eventi culturali di diverso genere.

Mulino restaurato a San Nicola Baronia.

immagine Mulino restaurato a San Nicola Baronia

A San Nicola Baronia sono stati restaurati due mulini che, fin dal 1700, sono stati utilizzati per la macinatura del grano sfruttando l'acqua del torrente San Nicola e ricoprivano un ruolo fondamentale nella vita e nell'economia del paese, in quanto necessari per il sostentamento alle persone, alle famiglie ed agli animali.



Fontana delle Tre Cannelle a San Sossio Baronia.

immagine Fontana delle Tre Cannelle a San Sossio Baronia

Nel Comune di San Sossio Baronia è situata una delle più belle fontane presenti sul territorio della Baronia. La "Fontana delle tre cannelle" è stata realizzata nel 1612, su ordine dell'allora Signore di Trevico, Ferdinando Loffredo, ed è chiamata così per le tre cannelle d'acqua contornate dalla riproduzione di altrettante facce con espressioni differenti (sorriso, tristezza e rabbia). Nella parte alta si trova una lapide, anch'essa suddivisibile in sezioni, in cui sono raffigurate: l'immagine di San Sossio martire; lo stemma nobiliare dei Loffredo; una scritta in latino dove si legge che "S. Sossio Martire protegge il borgo dal cielo, che il feudatario Loffredo sarà ricordato come beato nell'anno 1612 ed infine, si invita il viaggiatore a fermarsi a bere l'acqua fresca della fontana.

Castello medievale a Trevico.

immagine Castello medievale a Trevico

Nel territorio comunale di Trevico si trovano i ruderi di un Castello medioevale costituiti da una cortina muraria difensiva con sei aperture e una torre cilindrica, risalente al periodo Aragonese. L'epoca di costruzione risulta incerta, alcuni studi la fanno risalire addirittura all'epoca romana, altri invece al periodo normanno, comunque i primi documenti in cui si trova traccia del complesso risalgono al 1078. All'interno della struttura risultano evidenti le tracce di mulini, di officine di depositi di vettovaglie. Oggi, il Castello risulta in uno stato di abbandono.

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo a Vallata.

immagine Chiesa di San Bartolomeo Apostolo a Vallata

All'interno del borgo medievale di Vallata di cui oggi, a seguito delle numerose demolizioni avvenute nel corso dei secoli, si conservano poche testimonianze riferibili alle mura perimetrali, a un rudere di una torre nel cortile del Palazzo Tullio-Lucarelli, alla porta Rivellino e a un sistema di cavità ipogee che probabilmente costituivano le prime abitazioni della gente insediatasi sulla collina, si trova la Chiesa Madre di San Bartolomeo Apostolo ricostruita in seguito al terremoto del 1962, la cui parte più antica è costituita dall'attuale cripta dove è stato ritrovato un cippo, inglobato nel pilastro centrale, con una scritta funeraria in latino. Probabilmente la Chiesa fu edificata per la prima volta introno all'anno mille e ha subito, a partire dal 1462 fino all'ultima degli anni sessanta, varie ricostruzioni.

Castello dei Susanna a Zungoli.

immagine Castello dei Susanna a Zungoli

Uno dei centri storici più importanti della Baronia è sicuramente quello di Zungoli che è ricco di chiese e palazzi nobiliari. Le emergenze architettoniche sono costituite dal Castello e dal Convento di San Francesco. Il "Castello dei Susanna" venne edificato intorno alla metà del IX secolo. La sua struttura fu a pianta quadrata almeno fino all'epoca aragonese, con quattro torri angolari di forma cilindrica su basi a scarpata, una delle quali rimase abbattuta dal terremoto del 1456. Nel 1500, sotto la Signoria dei Loffredo, subì la trasformazione da presidio militare in residenza gentilizia, e diversi ancora furono gli interventi e le modifiche subite dal castello nel corso dei secoli, al fine di farne una residenza signorile. Esternamente, la struttura possiede una bellissima facciata con quattro finestre rettangolari al pianoterreno, cinque balconi al primo piano e tre finestre quadrate sotto il tetto. Inoltre presenta un magnifico ingresso con una scala racchiusa da due ampie ali semicircolari, che circoscrivono il cancello in ferro battuto; questo è retto da pilastri realizzati con blocchi di pietra. Una volta entrati, si accede a un androne, la cui volta a botte presenta lo stemma dei marchesi Susanna. Il lato sinistro della volta riporta un famoso affresco dell'Annunciazione. Nella parte nord si trova una cappella con una statua lignea raffigurante Sant'Antonio, un bellissimo altare in marmo e un messale datato XVIII secolo. Tramite un'ampia scala si accede agli ambienti residenziali del secondo piano.